venerdì 30 gennaio 2015

Pane e Companatico: il primo social dinner con Enrico Pezzotti



Mercoledì 28 gennaio è senz'altro una data da ricordare: proprio in quel giorno è partito un'altro dei nostri progetti, arricchito da una preziosa collaborazione con Enrico Pezzotti un bravissimo e creativo chef stellato, romano di origine ma con le radici nel reatino. Il progetto si chiama "Pane e Companatico", e fonde l'arte bianca di Fabrizio Franco e l'estro culinario-gastronomico di Enrico. I due maestri si conoscono da  molti anni, quando entrambi lavoravano all'hotel Boscolo Exedra di Roma, e da allora sono legati da una profonda e sincera amicizia.
E visto che "meglio una volta vedere che dieci volte sentire", ci facciamo vedere le foto della serata, gustosa e colorata. E la prossima volta aspettiamo anche voi, stay tuned!



























lunedì 19 gennaio 2015

Alice Chiara, la nostra vegan guest star




Eccola finalmente, la nostra  Alice Chiara, in arte Viola Mirtillo,  sempre sorridente, che di cultura e di  vegana sa tutto o quasi. La felice collaborazione con Pane e Tempesta prosegue a gonfie vele, così abbiamo pensato di intervistare Alice per scoprire qualcosa in più sul suo mondo #senzaderivatianimali e magari imparare qualcosa di nuovo.

D. - Come hai iniziato ad occuparti del vegan? Interesse, necessità o moda?

R. - Moda assolutamente no, è stata semplicemente una presa di coscienza, di natura etica.
Quando tre anni e mezzo fa ho aperto gli occhi e ho capito la sofferenza che provocava la mia alimentazione, ho deciso di cambiare e basta.
Infatti quando mi domandano se è un sacrificio essere vegan, rispondo di no, perchè è stata un'evoluzione mia personale assolutamente naturale.
Ricordiamo che essere vegan non è una dieta, nè una scelta alimentare, è un modo di vivere.



D. - Ti sei sempre occupata del food o anche di altro?

R. - In realtà no, ho cominciato ad interessarmi alla cucina solo nel passaggio a vegan.
Prima non mi piaceva affatto cucinare e non ci dedicavo granché del mio tempo, ero una da "4 salti in padella" per intenderci.
Nel cambio di alimentazione però mi sono trovata "costretta" a sperimentare per forza di cose. I piatti pronti vegan mi hanno sempre lasciata interdetta, trovare cibo vegan pronto e pure buono era un'impresa epica, quindi mi sono buttata e ho cominciato a cucinare e sperimentare, inizialmente con risultati tragicomici. Poi pian piano ho cominciato a preparare cose decenti, fino ad arrivare a preparare piatti davvero buoni, e mi sono resa conto di quanto mi piacesse.
Poi l'incontro decisivo, quello con il lievito madre, di cui mi sono follemente innamorata.
L'amore per l'arte bianca è stato fondamentale nel farmi intraprendere questa strada.



D. - Dove hai studiato e/o approfondito l'argomento?

R. - In realtà non ho mai studiato ne fatto corsi particolari, tutto quello che faccio è il risultato di una ricerca personale e totalmente amatoriale.
Non sono una maestra nè tanto meno una tecnica, quello che faccio ed insegno ai miei corsi, è per pura condivisione, con profonda umiltà porto la mia ricerca, frutto di esperimenti ed intuizioni che non hanno in se nessuna base.
A volte però credo che la mia fortuna sia stata proprio non avere una base "classica" nella pasticceria, non ho lavorato sulla sostituzione ma sulla creazione, cosa che forse può risultare più difficile per chi ha inculcato in testa l'uso di prodotti animali e non si capacita di come sia in realtà possibile sostituirli ottenendo dolci buonissimi.
Ne è una prova la crostata vegana che ho creato qualche tempo fa, sono riuscita ad ingannare pure mio padre con quella, che vi assicuro essere un grande estimatore della crostata tradizionale.
 











D. - Con chi hai lavorato/collaborato?

R. - Ho collaborato con alcuni maestri dell'arte bianca, sempre sul discorso vegan.
Ma ho lavorato soprattutto da sola, supportata dagli insegnamenti di un caro amico appassionato di pasticceria, Augusto, un uomo di grande generosità e di una bravura senza limiti, che mi ha aiutata, donandomi le sue conoscenze.
Uno dei pochi conosciuti di persona che posso realmente definire "maestro", almeno nei miei confronti.

D. - Come hai conosciuto Fabrizio Franco?

R. - In realtà prima di conoscere lui, ho conosciuto sua sorella, Gabriella.
Per puro caso mi chiese l'amicizia su facebook dopo aver visto delle foto di dolci vegan da me preparati, scattate al panificio Bonci. Essendo da poco vegana, ha cominciato a seguirmi, poi ci siamo conosciute di persona durante una sua visita a Verona e ci siamo sentite subito in grande sintonia.
Cosi ci siamo promesse di incontrarci quando fossi scesa nuovamente a Roma.
Ad Ottobre sono riuscita finalmente a tornare nella capitale, e per una serie di casualità, sono finita proprio per essere ospite da lei qualche giorno.
Durante quei giorni mi ha ovviamente portata anche a Farrozero per conoscere finalmente Fabrizio.
Abbiamo chiacchierato delle nostre esperienze, del nostro concetto di lavoro e di condivisione, ed è nata subito una fortissima empatia, probabilmente proprio per il nostro modo simile di intendere determinati principi.
Da quel momento è stato un susseguirsi di eventi che ha portato prima alla nuova apertura di Pane e tempesta, e di conseguenza ad una mia collaborazione con loro. Il tutto è avvenuto in modo naturale, senza forzature come se fosse semplicemente una cosa che doveva concretizzarsi e basta.

D. - Progetti per il futuro?

R. - Al momento sono molto concentrata sui corsi, che tengo un pò per tutta Italia, e che mi danno profonda gioia e soddisfazione. Ho scoperto che insegnare mi piace tantissimo, sia agli adulti che ai bambini, con cui ogni tanto organizzo dei corsi divertenti per insegnare loro semplici ricette con prodotti sani, cercando anche di trasmettere la mia passione, accompagnandoli alla scoperta della loro creatività.
Come naturale è stata la nascita della mia collaborazione a Pane e Tempesta, allo stesso modo lo è stato il pensiero di gestire e condividere i corsi con Fabrizio, fondendo le sue compretenze tecniche con le mie strampalate ma riuscite intuizioni.
Credo ne nascerà qualcosa di veramente interessante.